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nato a roma 57 anni fà e spedito in esilio perchè con l'arrivo della sorellina ero diventato geloso e la volevo ammazzare ( ... forse era meglio ..... e manco mi condannavano ), mi lasciano dai nonni alla fine di una vacanza estiva pensando che mi sarei fatto venire le convulsioni perchè non vedevo mamma e invece tra cani,cavalli, galline stavo tranquillamente nel mio paesino del reatino. cresciutello intorno ai 12/13 anni inizio a pescare in mare la notte ( mormore, qualche spigolotta e gronco di sabbia ), il giorno pescavo i cannolicchi e la notte li usavo. e che marmore. andando in vacanza in montagna mi porto le canne e dopo essermi fatto 4 km a piedi ero sul lago del salto, all'epoca vi erano dei bass enormi e ogni tanto si sentiva di soggetti di 4 kg sui giornali, il caso vuole che durante il mese di giugno la provincia semini moltissimo pesce bianco ormai assente in lago e i black sembravano impazziti. dopo averli pescati con il vivo e avendo un paio di artificiali francesi in plastica ( il flopy a paletta variabile in due posizioni ed un altro che sembrava un avannotto con coda snodata e paletta morbida in plastica se non erro il pluky ) ho conosciuto lo spinning. il primo incontro con la trota è stato la stessa estate quando il padre del mio amico e vicino marco ci ha portato a trote sul salto sotto la diga del lago, mi presta un rotante e mi spiega come procedere; lancio,quattro giri e sento la prima fario della mia vita. pensate che dopo quaranta anni ho ancora il flopy e il rotante del battesimo. di seguito mi sono battuto tutti i fossi del circondariato e anche un po più in la con l'aito del mio piaggio ciao, per tutti ero il romano quel ragazzo che andava a pesca passando negli orti e nei campi senza lasciare segni o rubando cose e molti confinanti chiudevano gli orti lasciandomi la chiave in zona affinché potessi entrate quando arrivavo senza aspettare o chiamare il proprietario. ripagavo questa gentilezza con qualche trota, di quelle che andavano sezionate per poterle far entrare nel forno di casa. non ho mai disdegnato nessun tipo di pesca ed esca ed ho sempre sostenuto che chi fa i danni non è l'esca ma il pescatore. ho incontrato carpette da 20 kg sul salto e tinche da 3.5/4.0 ma la mia vera passione sono i capitoni. non è il piacere di pescarli ma il gusto di mangiarli e quindi li cercavo con una certa passione, la pesca di notte era vietata e in tarda serata scendevo da varco per andare a mettere 20/25 filaccioni al loago per poi recuperarli la mattina prima di andare a pescare a fondo con lo scorrevole carpe e tinche. poi scopro casualmente che il laghetto dell'eur, a roma, era pieno di pesce, carpe,tinche,trote,amur e capitoni e credetemi prendevo un sacco di pesce che ho sempre rimesso in acqua ad eccezzione dei capitoni. a distanza di parecchi anni cerco di tenermi un po aggiornato con le varie novità anche se per motivi tipici della famiglia del lavoro e molto altro non sono più assiduo. per concludere vorrei poter ricordare brevemente mio padre, quando andavo a pesca spesso mi diceva che ero un po matto a farmi tutti quei chilometri di fiume,ad alxìzarmi cosi presto e a impastare chili e chili di polenta; poi andato in pensione e trasferitosi a varco è diventato pescedipendente pure lui e ha passato gli ultimi quindici anni della sua pensione passando le migliori ore al lago seduto sulla cassetta in plastica del latte che fino a qualche tempo fa era ancora al suo posto nella gola di varco. ciao capo.
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