cavedano con il vaiolo

Io non sono uno specialista in parassiti, ma ti posso dire che in genere le chiazze rosse sono dovute a crostacei parassiti della classe dei copepodi. Puoi individuarli come corpiccioli allungati, verdastri, che sporgono dalla ferita (avevo una foto macro, vediamo se la ritrovo). Cavedani con queste ulcerazioni si trovano in genere in acque inquinate (quando ancora c'erano i cavedani nel lurido Arno fiorentino, erano tutti in queste condizioni), non so se la cosa ha a che fare con possibili abbassamenti delle difese immunitarie.
Le altre foto mi pare che ritraggono un problema diverso, non so dirti nulla di preciso in proposito.
Kiko è senz'altro molto più esperto di me!

Ho trovato la foto:

Attached Image: copepode

Lernaea . copepode parassita che si uncina sotto pelle e che trovavo spesso nei ciprinidi presenti in Arno specialmente nei periodi caldi , ma non ne ho mai trovati di così ridotti male come quello delle foto .
Comunque l'attacco de copepodi penso si limiti a ferite che in seguito aprono la via ad attacchi di altre forme batteriche o virulente facilitate magari dà acque non proprie idilliache

Aggiungo una foto di oggi, confermando quanto detto da Dinde. Il nome del genere è Lernaea, piccolo crostaceo copepode che svolge una vita libera fino al momento dell'accoppiamento, dopodiché la femmina si ancora ad un pesce ospite, sulla pelle o sulle branchie, e cambia totalmente aspetto, perdendo tutte le strutture adatte alla vita libera, riducendosi praticamente, come molti parassiti, ad un apparato digerente dotato di strutture di ancoraggio e ovaie (le due appendici visibili in coda). Si nutre dei tessuti dell'ospite.

Attached Image: Lernaea

Si, le foto in macro ritraggono un parassita appartenente all'ordine dei Copepodi, la Lernaea cyprinacea, nota anche come "ancoretta". La femmina è responsabile delle lesione cutanee a carico di anguille, carpe, carassi e, appunto, anche cavedani. Si infossa profondamente sulle pinne, sul tegumento e sulle branchie, con conseguenti alterazioni dei tessuti dell'ospite, a cui sugge liquidi vitali per far maturare le sacche ovigere. Spesso si formano ulcere e focolai emorragici, con notevole dimagramento e indebolimento del pesce. Le ulcere possono essere infettate secondariamente da agenti batterici. Nei casi più gravi la mortalità è elevata. La malattia, che si può manifestare in forma acuta durante i mesi estivi, è spesso endemica nei carpodromi, in acque inquinate organicamente cariche o con scarso ricambio. Spesso è veicolata da pesci infetti di dubbia provenienza, acquistati incautamente. La profilassi si basava sull'utilizzo di organofosforici, attualmente inibiti dal mercato. Una zoonosi similare è quella sostenuta dal Crostaceo Branchiuro Argulus foliaceus, la nota "pulce dei pesci", curioso esserino lenticolare a forma di foglia che si fissa al tegumento per suggere sangue.Anche in tal caso la malattia può endemizzarsi e causare elevate mortalità, soprattutto nei carpodromi e negli allevamenti. Come per la lerneosi la profilassi si basa(va) sull'utilizzo di organofosforici e di bagni medicati individuali con pemanganato di potassio.

Esaurientissimo Kiko...

Intanto ti anticipo in maniera semplicistica la risposta degli esperti , no , la peste dei ciprinidi è provocata dà batteri del ceppo aeromonas e pseudomonas .
Ricordi di quando lavoravo in un negozio di acquariologia e combattevo per curare (tentare) , ogni tipo di pesciolino debilitato .

Mi è capitato di vedere trote nelle stesse condizioni. E' lo stesso parassita?

Mia vista una trota parassitata da Crostacei