Era un po' di tempo che avevo il pallino di prendere un mulinello a bobina chiusa per utilizzarlo nella pesca a spinning.
Credo che per molti sia un’eresia però vorrei fare due chiacchiere proprio per questo tipo di mulinelli su cui secondo me si è investito poco negli ultimi anni, forse anche con giusta ragione, ma vedendo che alcuni ancora “resistono” su cataloghi di marche blasonate mi fa pensare qualche motivo per utilizzarli ci possa essere ancora.
Prima di procede all’acquisto di un modello mi sono messo alla ricerca di informazioni sul web e ho trovato alcuni spunti tra cui un bell’articolo di “Marco Lucchetti” su un forum di pesca all’inglese che se volete potete ricercare in cui è riepilogata la storia dei mulinelli a bobina chiusa.
Diciamo che questi mulinelli nascono proprio per una pesca di tipo agonistica in cui gli inglesi erano dei veri campioni già negli anni ’60, utilizzato successivamente sulla bolognese dove esistono numerosi appassionati che li utilizzano ancora tutt’oggi, così come pure nella pesca al tocco, mentre nello spinning è stato usato da una nicchia di pescatori che forse ne avevano capito alcuni vantaggi oppure si erano fatti convincere da qualche bravo venditore, tra cui cito il mio vecchio vicino di casa.
Sicuramente nel mercato di oltreoceano esistevano ed esistono alcuni modelli così detti da spincast da montare sulle canne da casting per una sorta di pesca “facilitata” da ne sono derivate le applicazioni nello spinning.
Perché però utilizzare un mulinello chiuso quando il mercato oggi offre numerosi modelli sia da spinning che da casting per tutte le fasce di prezzo?
E’ presto detto; i vantaggi di un mulinello chiuso sono principalmente quelli di proteggere la bobina del mulinello chiudendola in una campana protettiva con lo scopo di ridurre drasticamente le fuoriuscite accidentali di monofilo, di consentire l’utilizzo di nylon molto sottili e velocizzare le operazioni di lancio quando si lancia con canne “fioretto” per poter aprire e chiudere il pick up senza staccare le mani dal mulinello per aprire l’archetto.
Chi pesca a casting sa di cosa sto parlando ma sa anche che quando si scende sotto certe grammature l’acquisto dell’attrezzatura da BFS di buona qualità diventa indispensabile.
Qui entra in gioco il mulinello chiuso.
Problema quasi insormontabile sono il peso e la grandezza di questo aggeggio che in molti casi va oltre i 300 grammi a meno che non si voglia andare su modelli a “uovo” che però perdono il vantaggio dello sblocco abbinato al controllo del filo in fase di lancio; infatti in questi modelli il pulsante è sostituito da una levetta e il foro di uscita del filo poco raggiungibile se non con un gioco di mani degno di un prestigiatore.
Da qui parte la mia ricerca per arrivare alla scoperta di questo modello, forse dimenticato anche dalla stessa ABU, le malelingue dicono per ovvi motivi:
Le caratteristiche le riepilogo brevemente:
Rapporto di recupero: 4,1:1 che abbinato alla bobina si traduce in circa 50 cm di recupero
Antiritorno disinseribile
Frizione laterale regolabile
Costruzione in graphite per dovere di cronaca lo devo dire è la principale critica di chi lo ritiene di “plastica”.
Peso
185 grammi Ieri appena arrivato l’ho montato su una canna da trout area da cui credo si vede un perfetto bilanciamento.
Insomma nei prossimi mesi vi terrò aggiornati se questo piccolo investimento darà i frutti sperati oppure se ho comprato un giocattolo per mio figlio.
Edited by Alessandro Santopietro - 8/2/2024, 16:38